Can down, Calm down

“”Can down” non è un’espressione comune in inglese; non è conosciuta neanche in spagnolo e tantomeno in italiano. Il titolo sorprende. Potrebbe essere un prestito straniero di moda o una trovata di marketing librario. Ma sarebbe un errore pensarlo…”—Emmanuelle Sinardet

 

   

14.00
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Col senso delle galline per la terra

“Sono tutte pensate sub specie musicae, le poesie di Maria Rosaria Amato. Diverse liriche, infatti, presenti in altre sillogi, sono diventate successivamente canzoni, pubblicate in un CD musicale. Del resto, l’autrice ha una significativa e talentuosa esperienza di cantante. Ma prima di pensarle come canzoni, queste liriche possiamo leggerle come filastrocche, come nenie dal sapore rodariano. E di Rodari hanno tutta la limpidezza del linguaggio e del pensiero, la temperatura morale. Ma non contengono mai il buonismo del poeta di Omegna. Anzi… Cogliamo, soprattutto negli incipit e nei finali, amarezza, ironia, indignazione e a volte cinismo e dileggio, che la musicalità da filastrocca del testo amplifica.”—Domenico Notari

 

   

13.00
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Con cándidas manos

“Una coesione d’insieme, l’andatura e il tono flessi ma fluidi. Il guardare lontano e dentro al contempo. L’allusione, in esergo, dell’essere tutto l’uno dell’altro. E l’essere sempre: il “working week” e il “Sunday rest” come scrive Auden. C’è dolore, sosta e corsa al contempo. Ma nessuna retorica. Nessuna “facile” lacrima. Costano caro quelle lacrime e “le mani che si piegano e si piegano” e Emily lo sa! Tra uno “sbattere” e un “chiudere” le finestre, quasi a voler trovare una “misura”… una misura del dolore”—Marta Celio

 

   

14.00
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Con la memoria stretta in gola

“Nella ormai numerosa produzione letteraria e saggistica legata alle testimonianze degli orrori delle dittature del Cono Sur del secondo 900, recentemente approdata anche in Italia e in italiano, la poesia, già di per sé di difficile circolazione, ancora stenta ad emergere anche se, come afferma la scrittrice argentina María Negroni, è qualcosa come l’ultima spiaggia per «rivelare parte di ciò che oppone resistenza a essere nominato. La poesia […] sa che il reale non è comunicabile, che una falla o fessura si interpone sempre tra la realtà e la sua rappresentazione. Da ciò nasce il suo carattere di antidoto contro qualsiasi discorso calcificato, autoritario. Non è forse la parola poetica l’unica che non può sintetizzarsi, perché ciò che “dice” non si può ripetere in nessun altro linguaggio?”—Rosa Maria Grillo

 

   

15.50
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I deliri di Sefora

“Le venti poesie (più un inedito) fanno parte di una più ampia raccolta di centoventi componimenti in cui Sefora è la protagonista e il suo personaggio è il filo conduttore dei poemi. È un personaggio femminile di fantasia, ma che racchiude le caratteristiche reali delle tante Sefora che ogni giorno si possono incontrare. In questo viaggio surreale nel mondo onirico di Sefora si delineano personaggi storici e fittizi che si muovono in un tessuto fatto di sangue e tenerezza, senza pregiudizi morali e sempre alla ricerca della musicalità che nasce dalla combinazione tra il vocabolo giusto e la collocazione appropriata nel verso.”

 

   

11.00
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I sogni di Sefora e altre poesie

“Luis Eduardo Jaramillo González è poeta, scrittore, pittore e professore di Lingua e Letteratura Spagnola. Riconducibile alla corrente post-modernista della poesia colombiana, come Juan Manuel Roca e Raúl Gómez Jattin, fonde nella sua scrittura il mondo onirico con quello reale e i suoi personaggi sono spesso al limite tra la realtà e l’immaginazione, nella migliore tradizione del realismo magico, insito nella cultura letteraria di quelle latitudini.”—Carmen Mitidieri

 

   

11.00
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Il gioco di ogni giorno

“il drago può mordersi la coda, / giustificare un ritardo. / chi morde e morde la coda ha
denti buoni e sa dosare il morso. / tu mordi. resti sulla mia carne ferita / il tuo morso in preghiera. nei secoli / dei secoli. e dopo”—Carla Cirillo

 

   

12.00
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Il labirinto dei ricordi

“Luis Eduardo Jaramillo (Bello, Colombia, 1962) è l’autore di questa raccolta di poesie del ricordo. Come in un labirinto i ricordi si muovono nei meandri della memoria. Ricordi di attimi vissuti o solo anelati, di luoghi, persone, donne, amori. Niente si cancella, i fantasmi del passato abitano la memoria, il limite tra realtà e immaginazione è spesso molto labile.”

 

   

12.00
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Il vampiro perde il mantello ma non il vizio

“Le “macabre rime” raccolte in questo volume: Incubo di una notte di mezzo inverno, Non posso dormire, Il vampiro perde il mantello ma non il vizio, Occhi, Il tempo è un rondò, Teresa Suspence lullaby, Tutte le lacrime di donne tradite, Futuro scomposto, Varcato lo specchio”.

 

   

10.00
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KiKa

“La storia politica e filosofica delle donne occidentali non è certo passata invano, anche se alcune generazioni recenti ne hanno pagato esistenzialmente il costo, privato e pubblico. Oggi che certi rigurgiti sembrano far retrocedere e anche che il mondo mostra tutte le sue contraddizioni, il linguaggio di ogni donna diventa così emblematico nel cercare l’evidenza dell’essere presente e così, quando la parola si fa ricerca, ritmo e poesia qualitativa, emerge sempre una dimensione inequivocabile, per quanto evidente.”—Patrizia Caporossi

 

   

12.00
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